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      La politica è piena di paradossi, perchè sono sottilissimi i fili che tengono unite le cagioni agli effetti, e perchè l'attenzione degli uomini rimira gli oggetti riuniti in masse grandi confusamente e non distinti ne' loro elementi.
      La terra che abitiamo riproduce ogni anno una quantità corrispondente alla universale consumazione; il Commercio supplisce col superfluo d'una terra al bisogno d'un'altra, e colla legge di continuità si equilibrano dopo alcune oscillazioni periodicamente bisogno e abbondanza. Egli è un malinconico errore lo riguardare gli uomini ridotti a gettare il dado a chi debba morire di fame; riguardiamoli con occhio tranquillo, e riceveremo idee più vere, e consolanti. Fratelli d'una vasta famiglia sparsa sul globo, spinti a darci vicendevolmente soccorso, vedremo il gran Motore della vegetazione averci largamente provveduti di quanto fa d'uopo per sostenere i bisogni della vita. I soli vincoli artificiali hanno potuto ridurre gli stati ai timori della fame, i quali cresciuti a un dato segno sicuramente la producono, quand'anche si trovi provvisione bastante a saziarla. La maggior parte delle carestie non sono fisiche, ma di opinione; di quella opinione regina del mondo, che distribuisce la felicità, e la miseria e sugli uomini, e su i regni, con maggiore impero e sicurezza di quello che non facciano tutti gli altri esseri fisici collegati.
      Dico che le leggi proibitive sono o insterilitrici o inutili. Ho provato che sono insterilitrici, perchè diminuiscono il numero de' venditori, resta a provare quando sieno inutili.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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