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      In questo Stato di cui il principio conservatore sia l'uguaglianza; dove il Cittadino che si distingua per pompa o ricchezza fa temere un tiranno; dove l'universale diffidenza della usurpazione impedisce che s'alzi l'usurpatore; in quello Stato, dico, saggiamente potrà sacrificarsi una porzione di vita della società alla di lei sicurezza, e providamente verrà il lusso proscritto. L'ottimo governo, quello cioè in cui si ritrovino ad un tempo stesso somma sicurezza e stabilità interna per le leggi e per la civile libertà de' cittadini; somma rapidità e impeto per rispingere ogni esterna aggressione; somma riproduzione, industria, e ricchezza, sarà sempre difficilissimo a immaginarsi, ammeno che colla locale posizione la natura non abbia già fatto il più. Si tratta adunque di scegliere i mali minori reggendo un popolo. Ma io scrivendo della Economia Politica debbo indicare l'ultimo confine a cui debb'ella spingersi per se medesima.
      Ogni operazione, che tenda direttamente a diminuire il numero de' compratori, produce una diminuzione di prezzo efimera, di cui gli effetti ricadono per lo più in danno della società; essendo che la diminuzione de' compratori porta seco ben presto la diminuzione de' venditori, e così in vece di accrescere il moto interno della società si ripone una parte di esse segregata, ed in quiete, e altrettanto si diminuisce dell'annua riproduzione. Io non citerò esempj; il lettore gli troverà da se; e tanto mi fido della costanza di questi principj che mi lusingo ch'ei difficilmente troverà un caso, in cui una legge diretta a scemare il numero de' compratori interni abbia stabilmente portata l'abbondanza in un paese.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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