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      Per la ragione medesima quella nazione in cui l'instancabile industria, e un florido Commercio gradatamente fanno accrescere la quantità della merce universale, questa sarà un nuovo sprone all'industria, accrescerà il numero de' contratti, diventerà sempre più rapida la interna circolazione, farà conoscer nuovi comodi e nuovi agi, raffinerà le arti, e le manifatture, inventerà i metodi per renderle più perfette, e fabbricarle con celerità maggiore, tutto spirerà coltura, vita, e prosperità.
      Perciò conviene distinguere due casi assai diversi. L'accrescimento della massa del denaro farà questi benefici effetti, se una nazione lo acquisterà per il moto della industria; che se l'acquisterà tranquillamente, o per miniere abbondanti, o per opinione che sforzi le altre nazioni a tributarle la merce universale, questa, in vece di animare l'industria, addormenterà gli uomini in un profondo letargo. La ricchezza entrando nello Stato per quella strada, caderà nelle mani di pochi, e questi pochi, rigurgitanti di denaro si abbandoneranno a un eccessivo lusso, e disdegnando le produzioni nazionali imperfette e grossolane, attesa l'universale povertà, si getteranno a consumare e dissipare in manifatture e prodotti esteri la loro ricchezza. Questa fatale ricchezza sarà per quel popolo un lampo che dall'alto balenerà sul capo della moltitudine, e la renderà sempre più rannicchiata ed avvilita; la merce universale passerà alle nazioni estere attive, senza che le mani del popolo la tocchino, e l'unica picciolissima parte che potrà averne la nazione sarà ne' salarj, che riceveranno alcuni Cittadini inerti.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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