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      Ridotto che siasi dai banchi pubblici l'interesse del denaro a un più basso livello, se i creditori di questi banchi formano una parte sensibile degl'imprestanti che ritrovansi nella nazione, ne accaderà che quei che ricercano a mutuo la merce universale, coll'esempio de' banchi pubblici non offriranno più l'interesse di prima, e quei che cercano di accomodarla non avendo più da sperare dai banchi il passato interesse, si contenteranno di ribassare. Se poi i creditori dei banchi pubblici avranno ricevuto il lor capitale, piuttosto che assoggettarsi al ribasso degl'interessi sarà cresciuto il numero degli offerenti, e in conseguenza tanto più ne sarà ribassato l'interesse.
      Un altro mezzo hanno i governi per diminuire gl'interessi del denaro. Per conoscerlo basta il riflettere che due sono i principj per i quali l'offerente esige l'interesse. Il primo è per essere risarcito dell'utile, che ne ricaverebbe impiegandolo nell'agricoltura, o nel commercio; il secondo per ricompensarsi di quel grado di rischio, che può correre di perdere il suo capitale. Si è già veduto al paragrafo XIII. come i frutti del commercio e dell'agricoltura debbon esser ridotti a un basso livello in una nazione ove l'industria liberamente si muova in ogni sua parte; conseguenza di ciò ne viene, che quanto più si promoverà, e si lascerà agire nel cuore degli uomini la speranza di migliorare la sorte; quanto più s'interporranno quei mezzi che scatenano il principio vitale e attivo dell'industria ad accrescer l'annua riproduzione, tanto diverrà minore naturalmente quella porzione d'interesse che viene dai trattatisti chiamata lucro cessante.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308