Pagina (217/308)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tale sarebbe appunto questo, quando la dilapidazione usatasi del pubblico Erario avesse alienata la fiducia del popolo; si dovrebbero offrire interessi altissimi per avere gl'imprestiti, il che rovinerebbe l'industria se avesse effetto; ma la mala fede medesima dell'amministrazione, altro vizio pubblico, vi si opporrebbe, e l'effetto sarebbe o nullo o debolissimo.
      Gli Stati più vasti, che hanno un esteso commercio colle più rimote nazioni ricevono più bene che male dai debiti pubblici fintanto che l'opinione del popolo non giunga a diffidare; ma gli stati più ristretti e subalterni poco bene risentono dai Banchi pubblici, e quel poco comodo viene largamente contrappesato dall'annua perdita che fa l'erario per il peso degl'interessi; laonde nel primo caso conviene rivolger le mire a perpetuare il debito nazionale, e nel secondo a saldarlo con mezzi più innocui che si può.
     
     
     
      §. XVII.
      Della Circolazione
     
      Le riflessioni che abbiamo fatto finora c'inducono a questa conseguenza, che l'accrescimento della merce universale, e della rappresentazione di lei è sempre un bene per lo Stato, quando proporzionatamente s'accresca la circolazione; poichè s'accrescono i venditori a misura che si accrescono i compratori, il che ricade a moltiplicare l'annua riproduzione. Per avere un'idea ancora più precisa di questa verità convien riflettere che ogni venditore dovendo ritrarre una determinata somma dalle sue vendite giornaliere, quanto maggior numero di vendite farà, tanto sopra ciascuna vendita particolare potrà limitarsi a una minor porzione di guadagno, perlochè accrescendosi generalmente la circolazione anche sulle merci che ogni venditore deve consumare, si potrà compensare minor utile a chi le vende, e così di mano in mano i salarj degli artigiani, il prezzo delle manifatture, gli utili del Commercio anderanno sempre abbassandosi, si moltiplicheranno sempre i venditori, quanto più la circolazione crescerà, ed ecco come l'accrescimento del denaro che per se medesimo dovrebbe far incarire tutte le merci, quando entri in una nazione in conseguenza della universale attività, produca un effetto contrario, cioè di ribassare i prezzi, e la rappresentazione del denaro istessamente; e ciò per le già dette ragioni, perchè tanto si moltiplicano le voglie quanto più vanno crescendo i mezzi per soddisfarle, e di tanto cresce il moto interno, e il numero de' contratti incessanti, che si dirada e scorre la merce universale, senza che il livello si rialzi; in quella guisa che un fiume incidendo in un altro fiume, di tanto accelera il moto delle acque inferiori col premere, e coll'impeto concepito, che si vede ribassarsi il livello delle acque in quel momento appunto, in cui sembrava più dovessero rigurgitare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Erario Stati Banchi Circolazione Stato Commercio