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      Una gran massa di uomini ammucchiata deve diffondere nella sfera delle terre che l'attorniano l'attività per ritraerne le proprie consumazioni. I comodi della vita nelle popolose città impiegano un gran numero d'artefici; si raffinano le arti, si riducono a perfezione le più difficili manifatture. Che se la popolazione medesima si distribuisse per la campagna, e nessuna città molto popolata vi fosse, non v'ha dubbio che la circolazione, e l'industria sarebbero minori, e conseguentemente minore l'annua riproduzione. Ognuno sa che maggiori spese si fanno nella città, di quelle che si facciano vivendo nella campagna, e sa ognuno, e lo prova, che vivendo nelle città più grandi maggior numero di compre dovrà fare che non nelle città piccole. Dunque la popolazione medesima diradata avrà minore circolazione assai, condensata, ne avrà assai maggiore, e la riproduzione annua crescendo col numero delle compre, cioè coll'accrescersi della circolazione, la riproduzione annua, dico, sarà maggiore quanto più vi saranno in uno Stato città popolatissime.
      Certamente esser vi debbe una proporzione in ogni Stato fra i Cittadini e il popolo della campagna. In uno Stato militare, e che abbia da temere o invasione dei nemici, o che mediti conquiste si dovrà render più difficile la vita nella Città, che nella campagna, per moltiplicare a preferenza i coltivatori, essendo essi gli uomini meglio educati per le armate, ed essendo più difficile all'invasore l'impadronirsi e conservare la dominazione sopra di un popolo quanto egli è più diradato.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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