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      Ma se il tributo presso di noi fosse interamente collocato sulla sola parte dominicale delle terre, allora è più lunga la strada del conguaglio sulle consumazioni; pure egli pagherebbe le derrate di suo consumo più care di quello che le comprerebbe se non vi fosse tributo, e tutte le opere e servizj che dovrà pagare saranno proporzionatamente più cari quanto sarà maggiore il peso della terra da cui ricevono alimento i cittadini de' quali ha impiegato l'opera. Quindi io credo che se un terriere possessore di vasti fondi consumerà pochissimo, sarà realmente piccolissima la porzion del tributo che avrà pagata; e così il forastiere che soggiorna da noi, pochissimo contribuisce alla sua nazione. Ciò anche più chiaramente si conosce riflettendo che il tributo imposto sulle terre e stabilmente e uniformemente conservato è piuttosto una diminuzione istantanea del valore delle terre accaduta nel momento in cui venne stabilito anzi che una annua diminuzione del frutto del padrone; poichè per i contratti passando i fondi di terra dopo imposto il carico a un possessore nuovo egli ne ha fatto l'acquisto impiegando il suo denaro a un determinato frutto annuo e sottraendo dal fondo l'importanza del tributo. Da ciò è nata la legge di alcuni Stati che vieta ai proprietarj delle terre di soggiornare in estero paese; legge diretta, la quale se da una parte impedisce l'uscita del denaro, e la diminuzione del numero de' contribuenti, dall'altra però non invita l'estere famiglie a stabilirsi nello Stato, a comperarvi dei fondi, e a portarvi le ricchezze, e l'industria loro.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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