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      Per disssipare sempre più le nebbie su di questa materia si rifletta che colui che non possede cosa alcuna non può pagare verun tributo se non carpendolo dalle mani di chi possede. Un possessore sia egli o di terre, o di capitali, o d'altri fondi, s'egli mantiene degli artigiani pagherà necessariamente il tributo imposto ad essi, poichè se egli consuma il tempo e l'opera loro debbe cedere ad essi di che si alimentino, e paghino il loro debito all'erario. Lo stesso dico de' Salariati che il possessore stipendia de' quali pagherà il tributo sicuramente: così dico delle mercanzie tutte che il possessore consumerà, per le quali egli pagherà necessariamente al mercante il prezzo primitivo più il trasporto, più l'alimento di esso mercante, più il tributo che il mercante anticipò. A misura dunque che farà di consumazioni, maggior parte pagherà di tributo ogni possessore; e a misura che ciascuno più è aggravato di tributo cercherà di più risarcirsene nelle vendite, ed ecco come il tributo tende a conguagliarsi sulle consumazioni. Riflettasi che un terriere che abbia comprati i suoi fondi sulla rendita depurata del 3 1/2 per cento ricaverà dalla terra il frutto intero del suo capitale, e come possessore non pagherà tributo in quella guisa che acquistandosi un podere soggetto a servitù non si cede niente del proprio lasciando l'uso di essa a chi ne ha il diritto, così accadde pagando il tributo anticamente imposto sulle terre. L'idea che il sovrano sia comproprietario delle terre non mi pare vera, e se lo fosse lo sarebbe ugualmente dei magazzini delle merci.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Salariati