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      Prova di quanto asserisco lo sono i libri pubblicati in questi ultimi tempi in ogni nazione, in ogni lingua sull'economia pubblica, sul Commercio, sul governo civile, sul tributo; libri nei quali con sicurezza, e con libertà gli autori hanno posto nelle mani del pubblico quegli arcani dei quali sarebbe stato un attentato solamente il parlare in altri tempi. Si è discusso e ridotto a problema, se i regolamenti e le leggi sopra alcuni oggetti pubblici sieno utili o no. Ognuno del popolo può instruirsi, può pensare, può avere la sua opinione; nè agli autori è accaduto verun male, anzi molti di essi furono rimeritati, e dalle loro opere giudicati degni de' pubblici impieghi. L'abile ministro adunque fomenterà nel pubblico la curiosità d'instruirsi negli oggetti di finanza e di economia; ne fonderà delle cattedre, acciocchè nella instituzione della gioventù uomini illuminati le imprimano i veri principj motori della felicità pubblica; lascerà libero l'ingresso alle opere che versano su di queste utili materie: lascerà libera la stampa, col mezzo di cui ogni Cittadino possa decentemente e costumatamente manifestare le sue opinioni su i pubblici oggetti. In tal guisa dibattendosi in un liberale conflitto le opinioni su questa classe di oggetti, facilmente se ne schiudono ottime idee, e frammezzo ai sogni, e ai delirj germogliano talvolta dei semi utilissimi alla prosperità dello Stato.
      Quanto più il pubblico sarà illuminato, tanto più sarà giusto estimatore delle beneficenze che emanano dal trono; docile alla ragione, grato alla sovrana provvidenza, non s'ascolterà sussurare fra un popolo colto quel maligno rumore, che fa impallidire talvolta il ministro appena stenda la mano per rimediare ai vecchi mali d'una società. I Sully, e i Colbert, sappiam dalle storie, quanto abbian dovuto lottare per molti anni.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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