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      Simili opinioni, quanto sono più stravaganti, tanto più trovano credenza; perché appunto di uno stravagante effetto se ne crede stravagante la cagione, e più si gode nel trovarne l'origine nella malizia dell'uomo, che si può contenere, anzi che nella implacabile fisica che si sottrae alle umane istituzioni. In quel secolo poi sappiamo quale fosse la coltura degli studj, unicamente rivolti alle parole ed ai delirj della immaginazione. L'opinione quindi delle unzioni malefiche divenne generalmente la trionfante: ogni macchia che apparisse sulle pareti era un corpo di delitto: ogni uomo che inavvedutamente stendesse la mano a toccarle era a furore di popolo strascinato alle carceri, quando non fosse massacrato dalla stessa ferocia volgare. Il Ripamonti riferisce due fatti, dei quali è stato testimonio oculare. Uno, di tre Francesi viaggiatori i quali esaminando la facciata del duomo toccarono il marmo, e furono percossi malamente e strascinati in carcere assai mal conci; l'altro d'un povero vecchio ottuagenario di civile condizione, il quale prima di appoggiarsi alla panca nella chiesa di S. Antonio levò, col passarvi il mantello, la polvere: quell'atto, credutosi una unzione, inferocì il popolo nella casa del Dio di mansuetudine, e presolo pe' pochi capegli e per la barba a pugni, calci ed ogni genere di percosse, non l'abbandonò se non poiché lo rese cadavere. Tale era lo spirito di que' tempi.
      La pestilenza andava sempre più mietendo vittime umane, e si andava disputando sulla origine di quella anziché accorrervi al riparo.


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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