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      Redarguito poi, come avendo egli il mandato per la uccisione di porta Ticinese, ne facesse spargere in altre porte, e convinto d'inverosimiglianza somma nel suo racconto, ecco cosa si vede che rispondesse esso Gian-Stefano Baruello nel suo esame 12 settembre 1630.
      Et cum haec dixisset, et ei replicaretur haec non esse verisimilio, et propterea hortaretur ad dicendam veritatem [Avendo ciò detto ed essendogli stato replicato che le cose da lui dette non erano verosimili, fu esortato a dire la verità]Resp.: "Uh! uh! uh! Se non la posso dire", extendens collum et toto corpore contremiscens, et dicens [tendendo il collo e scuotendo tutto il corpo]: "V. S. m'ajuti, V. S. m'ajuti".
      Ei dicto [Essendogli stato detto]: "Che se io sapessi quello vuol dire potrei anco ajutarlo, che però accenni, che se s'intenderà in che cosa voglia essere ajutato, si ajuterà potendo".
      Tunc denuo incepit se torquere, labia aperire, dentes perstringendo, tandem dixit [Allora nuovamente cominciò a torcersi, ad aprire le labbra, a stringere i denti e finalmente disse]: "V. S. mi ajuti; signore, ah Dio mio! ah Dio mio!".
      Tunc ei dicto: "Avete forse qualche patto col Diavolo? Non vi dubitate e rinunziate ai patti, e consegnate l'anima vostra a Dio che vi ajuterà".
      Tunc genuflexus dixit [Allora inginocchiatosi disse]: "Dite come devo dire, signore".
      Et ei dicto: "Che debba dire: io rinunzio ad ogni patto che io abbia fatto col Diavolo, e consegno l'anima mia nelle mani di Dio e della B. Vergine, col pregarli a volermi liberare dallo stato nel quale mi trovo, ed accettarmi per sua creatura".


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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