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      Pure dai fatti accaduti nel 1630 viene delineato a caratteri di sangue l'orrore di questi tormenti; le leggi, le pratiche sotto le quali viviamo sono le stesse, siccome ho detto, ed altro non manca per ripetere le stesse crudeltà, se non che ritornassero de' giudici simili a quelli d'allora. Si adopera attualmente per tortura la lussazione dell'osso dell'omero; si adopera talvolta il fuoco a' piedi, crudeli operazioni per se stesse, ma nessuna legge limita la crudeltà a questi due modi; i dottori che sono i maestri di questi spasimi, i dottori che si consultano per regola e norma de' giudizj criminali, non prescrivono certamente molta moderazione. Il Bossi Milanese, che tratta della pratica criminale di Milano, al tit. De Torturis, n. 2 dice: "Non chiamerò tortura ogni dolore di corpo: la tortura debb'essere più grave, che se si tagliassero ambe le mani; e soffrir la tortura, egli è patire le estreme angosce dello spasimo... E basta osservare i preparativi e i modi di tormentare per conoscerlo: niente è mite, anzi tutto è crudelissimo; e perciò spesse volte si dà la tortura col fuoco, e quel che dice l'uomo tormentato col fuoco si reputa la verità istessa". (Nec quodlibet tormentum cum dolore corporis dicitur quaestio: hinc est quod gravior est tortura, quam utriusque manus abscissio; et pati torturam est supremas angustias sustinere, ut vidimus et audivimus, et de his tormentis loquitur totus titulas de quaestionibus; sic etiam loquuntur doctores quod maxime patet dum congerunt instrumenta et modos torquendi; quia nihil horum est leve, immo crudelissimun, et ideo etiam igne saepe rei torquentur: igne defatigati, quae dicunt ipsa videtur esse veritas.


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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