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      E così consolando la plebe colla umiliazione de' nobili, l'orgoglio de' quali le era di peso, ebbero la politica di formarsi il più numeroso partito in favore; e facendo causa comune il principe colla plebe contro i nobili, rapironsi le sostanze degli opulenti impunemente, onde bastare al lusso capriccioso del principe ed alla scioperata indolenza della plebe Romana, si annientò quel numero di famiglie le quali sole potevano servire di argine alla tirannia col loro credito e colle ricchezze, e rimase un governo in cui uno era tutto: e il restante, posto a bassissimo livello, di nessun inciampo poté essere alle voglie illimitate del despota. Tale è il principio che fondò l'impero romano. È dunque conforme a tal principio che si degradassero i nobili e i cittadini e si pareggiassero ai servi, e quindi la tortura usata per questi ultimi soli durante i tempi felici di Roma, fosse dilatata anche ai liberi, a misura che la tirannia si rassodava. Quindi Emilio Fervetti assicura che non invenies ante Diocletianum et Maximianum imperatores quaestionem unquam habitam fuisse de homine ingenuo [non troverai prima degli imperatori Diocleziano e Massimiano la tortura usata per gli uomini liberi]. Vi è chi asserisce che al tempo di Carlo Magno venisse nuovamente stabilito che gli uomini liberi ne fossero esenti. Certa cosa ella è che nessuno scrittore si trova, a quanto so, il quale abbia trattato con un metodico esame del modo di tormentare i rei prima del secolo XIV, il che fa conoscere, che non si risguardava la tortura come essenziale ai giudizj criminali.


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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