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      Ma poco o nulla ci somministra la terra: e da essa ne' contorni di Roma, in quei di Napoli, nella Sicilia, nella Grecia si scavano ogni giorno de' preziosi avanzi della magnificenza e della coltura antica.
      Gli amatori delle belle arti già hanno osservato come presso de' Romani, dopo essere giunte alla somma perfezione nel secolo che ebbe il nome di Augusto, declinarono poscia ed invecchiarono da sé, prima che i barbari entrassero a rovinarle. L'Arco di Severo, che vedesi in Roma, ci prova che nel terzo secolo l'architettura era già diventata rozza e inelegante. Le medaglie, da Caracalla e Macrino in poi, s'andarono sempre più degradando e diventando barbare. Al tempo poi di Costantino, al principio del quarto secolo, abbiamo un documento della totale decadenza della scoltura nell'Arco di Costantino, in cui si dovettero in Roma istessa, a costo di tradire la verosimiglianza, inserire i bassi rilievi tolti dall'Arco di Trajano; perché in Roma non v'era più un artista capace di farvene; e veggonsi i Daci e la figura di Traiano incassati per ornare un monumento de' trionfi di Costantino; e que' pochi ornati che si dovettero allora aggiungere per riempire il vano sotto il grande arco, sono lavori infelicissimi, peggiori di alcuni simili travagli gotici. Ciò posto, la grandezza di Milano s'innalzò appunto nel tempo in cui tutte le idee grandiose e nobili delle belle arti già svaporavano; e perciò credo che, trattane la mole erculea, gli altri celebrati edifici fossero minori della fama.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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