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      I confini delle diocesi, le preminenze delle sedi vescovili, sono per lo più un indizio sicuro degli antichi confini delle pertinenze d'ogni città e dell'antico stato di ciascheduna; perché le cose sacre, anco presso le nazioni barbare e feroci, vennero rispettate e lasciate, per lo più, intatte frammezzo alle rivoluzioni civili.
      La dignità del vescovo di Milano, che giustamente può in questi tempi de' quali tratto, chiamarsi metropolitano bensì, ma non già arcivescovo, titolo posteriormente introdotto, e che significa onorificenza più che giurisdizione; la dignità, dico, del metropolitano ricevette sommo risalto da sant'Ambrogio, uomo per la dottrina, per la pietà, per la fermezza e per ogni sorta di virtù celebratissimo, e collocato fra gli esimii dottori della Chiesa. Celebre è il coraggio nobile e virtuoso col quale escluse dai sacri misteri l'Augusto Teodosio. Nella Macedonia i popoli della città di Salonicco, allora Thessalonica, tumultuarono contro alcuni imperiali ministri; Teodosio, spinto da una feroce inconsideratezza, slanciò la licenza militare sulla infelicissima città, ove vennero barbaramente scannati più di settemila abitatori, donne, vecchi, fanciulli, innocenti o rei, senza distinzione; e le pubbliche strade e le case vennero coperte di cadaveri, vittime di quest'atroce crudeltà. Questi orrori vengono dalla storia registrati nell'anno 390. Teodosio, in Milano, si preparava a comparire nella chiesa. Il santo vescovo, da saggio, fece che giugnesse a notizia di quell'augusto, che non l'avrebbe ammesso a partecipare de' sacri misteri, se prima non avesse espiato il suo delitto con pubblico pentimento.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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