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      Ivi collocarono il loro nido. Se il non aver mai obbedito che alle proprie leggi, promulgate e custodite da propri concittadini, e l'essersi costantemente preservati contro di ogni forza estranea è un titolo di nobiltà, nessuna città d'Europa può vantarne di uguale alla veneta, la quale non ha acquistato il dominio del proprio suolo colla usurpazione e coll'esterminio di altri uomini, ma creando colla sagace e pacifica industria il suolo medesimo su di cui si è collocata; sorta di dominazione la più giusta di ogni altra. Ivi si è conservato l'antico sangue puro italiano, sicuro contro l'invasione delle armate terrestri, fra un basso mare, difficilmente accessibile alle navi armate, e tuttavia si conserva sotto la tutela della virtù e della sapienza dopo compiuti tredici secoli34.
      Scomparve Attila co' suoi predatori, e non più Milano poté essere la residenza de' sovrani, distrutta e incendiata come ella era. In fatti quei pochi deboli augusti, che continuarono la serie dei Cesari ancora per ventiquattro anni, soggiornarono o in Roma o in Ravenna, non mai in Milano. Petronio Massimo i tre mesi che regnò, li visse in Roma. Marco Macilio Avito per un anno circa fu imperatore, e visse nella Francia ed in Roma. Giulio Maggiorano resse l'Imperio prima in Ravenna, e dopo circa tre anni fu deposto in Tortona. Libio Severo fu proclamato augusto in Ravenna, e quattro anni dopo morì in Roma. Procopio Antemio in Roma fu proclamato, e vi regnò circa cinque anni. Lo stesso dicasi di Anicio Olibrio, Flavio Glicerio, Giulio Nipote e di Romolo, che tutti insieme non più di quattro anni regnarono succedendosi, quasi efimeri imperatori.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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