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      Questo sito deve essere mobile a misura degli avvenimenti, e a tutti questi oggetti serviva il carroccio, ch'era un'assai eminente antenna, alla sommità della quale stava un globo dorato assai lucido e distinguibile: sotto il quale pendevano due lunghe bandiere bianche, e al mezzo dell'albero stavavi una croce. Avanti a quest'antenna eravi l'altare sul quale celebravansi i sacri misteri per l'armata; e tutto ciò era conficcato sopra di un carro assai vasto e sicuro, per servir di base a questo enorme vessillo, e trasportarlo. Un gran numero di bestie si adoperava per moverlo. Non è punto inverosimile il credere che su di quel carro o carroccio si ponesse la cassa militare, la spezieria e quanto più importava di avere in salvo e pronto uso. Nemmeno sarebbe inverosimile il dire che con varii segnali da quell'altissimo stendardo si dessero gli ordini per un mezzo prontissimo, come si costuma anche ora nella guerra di mare. Terminata la guerra, si riponeva il carroccio nella chiesa maggiore, come cosa sacra e veneranda; e così anche l'opinione religiosa contribuiva a fare accorrere alla di lui preziosa custodia i combattenti. Pare adunque che il comandante o rimanesse vicino al carroccio, o ivi almeno lasciasse l'indizio del sito a cui si volgeva, per subito rinvenirlo; che vicino al carroccio si portassero i feriti, sicuri di trovare ivi ogni soccorso, lontani da ogni pericolo; che dal carroccio si diramassero gli ordini per mezzo di segnali con somma rapidità; che ivi si custodisse quello che eravi di prezioso; e che gli occhi de' combattenti, di tempo in tempo rivolti a quel vessillo, conoscessero quali azioni ad essi comandava il generale, e quale fosse il luogo più importante di ogni altro da custodirsi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182