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      Egli è ben vero che prima la chiesa romana non esercitava tanto la sua giurisdizione sopra la milanese, quanto l'esercitò dipoi; ma ciò fu utile cosa, anzi necessaria, acciò non nascessero in avvenire i disordini che già eran nati dianzi: onde questa mutazione nella gerarchia ecclesiastica, di cui il citato storico fa tanto romore, non fu se non vantaggiosa alla chiesa ambrosiana, la quale perdette, a dir vero, alcun poco della primiera libertà, ma acquistò un miglior regolamento, e maggiore quiete e felicità197. Appena l'arcivescovo Guidone fu dai legati pontificii assoggettato, che dal sommo pontefice Nicolò II venne chiamato a Roma per intervenire ad un sinodo: Ecce metropolitanus vester, prae solito, romanam vocatur ad synodum198, dice Arnolfo, continuando l'apostrofe ai Milanesi; ed il conte Giulini a questo passo dice: anche qui Arnolfo doveva parlare con maggior moderazione, perché non era cosa insolita affatto che il sommo pontefice invitasse l'arcivescovo di Milano ai concilii199. Il dotto conte Giulini, che per altro non tralascia di esporre le più minute circostanze nei fatti, che esamina e che con molto ordine e chiarezza è solito di porre in vista le ragioni delle opinioni che avanza, non ha allegato alcun fatto che provi come fosse stata in prima soggetta alla giurisdizione romana la chiesa milanese; né ha nominato alcuno arcivescovo che siasi portato a Roma per un concilio. Anzi non solamente non ne ha dato cenno in quel luogo, il che pure sarebbe stato opportuno per ismentire uno storico di quel secolo, ma nemmeno nei tre secoli precedenti, dei quali con tanta esattezza egli ha posto in ordine le notizie, non vi si legge alcun fatto che dia valore ai rimproveri ch'egli fa ad Arnolfo.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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