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      Con tal legge s'allontanava l'ammogliato dal cercare beneficii per non lasciare i figli nell'inopia. Ecco le parole del sinodo: Statuimus etiam juxta sanctorum patrum instituta, et primitivae ecclesiae, formam, nullum clericorum ecclesiarum beneficia possidere, nisi, abrenuntiatis omnibus propriis, velit fieri ejus discipulus in cujus sorte videtur esse electus. Si quis autem foris esse maluerit, non ei clericatum auferimus, tantum ecclesiastica beneficia interdicimus233. Mi pare ancora più chiaramente provato che per allora si lasciavano al godimento dei loro beneficii i sacerdoti ammogliati, dall'altro canone dello stesso concilio, in cui si prescrive che, siccome per lo passato alcuni avevano ottenuto la successione ai beneficii goduti dal padre, quantunque il figlio all'atto di succedergli non fosse nemmeno cherico, così si minaccia la scomunica a chiunque in avvenire tentasse di usurparsi per successione i beneficii medesimi; il che fa vedere che alcuni beneficiati allora avevano i loro figli, e che v'era pericolo che continuassero i beneficii per eredità: Et quia nonnulli intra sanctam Ecclesiam tam clerici, quam etiam laici per paternam successionem... archidiaconatum, vel archipresbyteratum, cimiliarchiam, aut etiam aliquid de beneficiis ad ecclesiarum officia pertinentibus hactenus possidere conati sunt: in hoc sacro conventu praefixum est, et omnibus definitum, ut si quis, hujusmodi nefanda cupiditate ductus, ecclesiam alterius possidere tentaverit, et haereditate sanctuarium Dei obtinere praesumpserit, juxta profeticam vocem, quousque resipiscat, anathematis vinculo subiaceat234. Così quel sinodo.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





Statuimus Ecclesiam