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      Gli altri autori tedeschi, pubblicati nelle raccolte del Pistorio Nidano, del Menckenio, dello Struvio, dell'Oefalio, mi serviranno pure di guida. Farò uso ancora de' nostri Italiani Morena e Sire Raul, autori tutti contemporanei; ma unicamente pe' fatti che non possono essere contrari all'imperatore; sebbene il Morena sia più imperiale di alcun altro. Sarò costretto a registrare più le parole altrui, che a scrivere le mie; ma i lettori che temono lo spirito di partito e che bramano di conoscere quanto si può la verità de' fatti accaduti, non mi sapranno mal grado, se pongo sotto a' loro occhi piuttosto i pezzi interessanti degli autori originali che scrivevano le cose dei loro tempi, anzi che un sempre incerto racconto negli argomenti contrastati. Questo è il solo partito che conviene allorché s'entra a narrare una porzione di storia controversa.
      (1152) Corrado, poco dopo il suo ritorno da Terra Santa, morì in Bamberga l'anno 1152, e fu eletto re de' Romani il di lui nipote Federico Barbarossa. Egli allora aveva trentadue anni. Pieno di ardor militare e di un carattere fermo e impetuoso, sembra che il suo primo pensiero sia stato quello di sottomettere le città del regno d'Italia, e di ridurle ad una reale obbedienza, dallo stato indipendente a cui si erano poste da centoventi anni e più. Albernardo Alamano e Omobono Maestro, due cittadini lodigiani, si portarono alla dieta di Costanza, e gettaronsi a' piedi di Federico, implorando il suo aiuto contro de' Milanesi, i quali non cessavano di opprimere i Lodigiani, anche presso le diroccate mura della loro patria distrutta.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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