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      La lettera circolare che allora scrisse l'imperatore, ce la conservò Radevico330 nel libro secondo, cap. 43; Fridericus, Dei gratia Romanorum imperator, et semper augustus. Scire credimus prudentiam vestram, quod tantum Divinae Gratiae donum, ad laudem et gloriam nominis Christi, honori nostro tam evidenter collatum occultari vel abscondi tamquam res privata non potest. Quod ideo dilectioni vestrae ac desiderio significamus, ut, sicut charissimos et fideles, vos partecipes honoris et gaudiorum habeamus. Proxima siquidem die post conversionem S. Pauli, plenam victoriam de Crema nobis Deus contulit, sicque gloriose ex ipsa triumphavimus, quod tam miserae genti, quae in ea fuit, vitam concessimus. Leges enim tam divinae quam humanae summam semper clementiam in principe esse testantur331.
      (1159) Durante tutto l'anno 1159 e 1160 niente intraprese l'imperatore Federico direttamente contro di Milano; e si passò il tempo in varie zuffe, per lo più dai Milanesi provocate, e terminate con vario successo, ora felice, ed ora contrario. L'erudizione tutto raccoglie; la voce della storia racconta que' soli fatti che meritano di essere conosciuti o per la relazione che ebbero cogli avvenimenti accaduti dappoi, ovvero per l'influenza che hanno a dimostrarci lo stato delle cose in quei tempi. Aspettava quell'Augusto nuovi soccorsi dalla Germania, e frattanto girava per la Lombardia convocando concilii, sostenendo papa Vittore, scomunicando i partigiani di papa Alessandro III, il quale scomunicava i fautori di Vittore.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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