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      Il monaco suddetto fa un ritratto odioso e meschino degl'Italiani, quasi che allora fossero un composto di inquietudine, di viltà e di mala fede. Romualdo, arcivescovo di Salerno, scrivendo dei Lombardi in que' tempi, dice: Lombardi in utraque militia diligenter instructi; sunt enim in bello strenui, et ad concionandum populo mirabiliter eruditi368; e Ottone da Frisinga, tedesco, anzi zio dello stesso imperator Federico, di noi scrisse: Latini sermonis elegantiam, morumque retinent urbanitatem. In civitatum quoque dispositione, ac reipublicae conservatione antiquorum adhuc Romanorum imitantur solertiam369. I fatti successivi abbastanza ci provano che in quei tempi i Milanesi non mancarono né di valor militare né di condotta; e che furono tanto urbani e colti, quanto lo permetteva l'indole del secolo.
      Dalle condizioni proposte in questo trattato di pace, che l'imperatore aveva offerto con poco buona fede, per aspettare le nuove forze della Germania e acquistare tempo frattanto; da tali condizioni, dico, si ha idea quai fossero le regalie, ossia i tributi che si usavano in que' tempi. Non sarà discaro, cred'io, il darne un breve cenno. I tributi si sono dovuti accrescere nell'Europa in questi ultimi secoli il doppio, il triplo e più ancora, che non pagavasi al sovrano in que' secoli de' quali finora ho trattato. Questo accrescimento di tributo non è meramente apparente, o per la diminuzione delle lire, o per l'avvilimento dei metalli nobili, resi assai più comuni e abbondanti dopo la scoperta delle miniere d'America; ma è fisico e reale, indipendentemente ancora da queste cagioni.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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