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      Sarebbe un quesito politico l'antivedere qual limite avranno le armate; e se troverà maggiore utilità qualche Stato a rendere la condizione del soldato più ampia oltre i bisogni fisici, a costo di averne in minor numero e più contenti; ma ciò mi farebbe traviare in una folla d'idee disparate dalla storia. Unicamente ricorderò una verità assai facile e comune; cioè che i tributi, giunti a un dato limite, non si accresceranno senza una diminuzione di rendita; stabile, se vogliasi perseverare; e irremediabile talvolta, se alla diminuzione si creda di supplirvi con nuovi accrescimenti. Ne' tempi dei quali ragiono non erano la geometria e la cognizione del cielo giunte a segno da potersi formare una carta esatta d'un paese; conseguentemente non si poteva ripartire sulle terre il fondo principale del tributo. Egli è vero che nel Milanese il fondo principale della riproduzione è la terra ferace sulla quale siamo nati, ma senza un'esatta misura de' campi non si poteva collocare su di quella il tributo. A questa difficoltà si aggiugneva un'altra di opinione, ché credevasi ingiusta cosa lo stabilire un carico uniforme e permanente sopra una ricchezza che è variabile colla diversità delle annate. Perciò anticamente, piuttosto si volle ogni anno esporsi alla spesa e all'arbitrio d'un generale catastro dei frutti raccolti, anzi che mancare all'apparente giustizia distributiva. L'erudito circospettissimo nostro conte Giulini asserisce di non avere osservato mai alcun carico anticamente imposto su i fondi; ma bensì ai frutti, ovvero alle persone370. Forse l'antichissimo carico dell'Imbottato, abolito dalla beneficentissima Sovrana l'anno 1780, era una tradizione discesa sino da que' secoli rimoti.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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