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      Egli non volle immischiarsi nelle cose della città, ma, premuroso d'avere assistenza da noi, l'ottenne largamente: e partì, accompagnato da buona scorta de' nostri militi, e d'ogni altro aiuto, per la conquista della Puglia, la quale sarebbe caduta in suo potere, se i maneggi del papa e del re di Francia non gli avessero suscitato nella Germania un forte partito, per collocare sul trono il giovine Federico. Il papa scomunicò l'imperatore Ottone, il quale fu da ciò obbligato a ritornarsene nella Germania ed abbandonare la Sicilia. Cremona, Pavia, Verona e alcune altre città della Lombardia credettero di non dover più riconoscere un imperatore scomunicato. Ma i Milanesi sempre gli furono affezionati, e nel ritorno per passare nella Germania fu in Milano accolto ed onorato. Partito che fu Ottone IV, passava da Genova per andarsene pure in Germania il di lui rivale Federico, e i Milanesi attaccarono i Pavesi, per contrastare ad esso il passaggio. (1212) Il papa, con sua lettera 21 ottobre 1212, c'intimò che se non fossero state da noi rivocate alcune leggi, e se non fossero stati restituiti a Pavia i prigionieri che avevamo fatti, nessuno potesse più parlare con un Milanese, nessuna città potesse scegliere un Milanese per suo podestà. Ordinò in oltre che tutte le mercanzie de' Milanesi si sequestrassero; che alcuno non dovesse pagare i debiti che avesse verso di un Milanese; e in questa lettera perfino minacciò di volerci trattare come Saraceni, e mandare contro di noi una Crociata407. Tanto era impegnato il papa Innocenzo III contro di Ottone!


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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