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      Non cercava Matteo la signoria della sola città sua patria; più vaste erano le sue mire, e nulla meno desiderava che d'essere signore della Lombardia tutta. (1294) Il nuovo cesare era poco sicuro sul suo trono; nella Germania aveva un potente partito contrario, al quale finalmente dovette piegarsi. I denari dell'Inghilterra non furono inefficaci presso di lui; e non senza ragione crediamo noi che i doni e le promesse di Matteo avranno indotto quell'augusto a spedire a Milano, siccome fece nell'aprile dell'anno 1294, quattro legati cesarei; i quali, introdotti nel pieno generale consiglio, vi pubblicarono l'imperiale diploma, in cui Matteo Visconte veniva dichiarato vicario imperiale in Milano e per tutta la Lombardia, con mero e misto imperio, come lo aveva lo stesso re de' Romani. L'accorto Matteo si alzò, si mostrò sorpreso, e protestò ch'egli non accettava quella sublime dignità, salvoché il consiglio generale non l'ordinasse. Il che fu immediatamente determinato da quel consiglio, scelto da Matteo medesimo, mutabile ogni anno, e che si pretendeva che rappresentasse il volere de' cittadini, dai quali non aveva ricevuta veruna commissione. Il consiglio supplicò Matteo ad accettare la dignità. Né meno accorto si dimostrò Matteo nel fare in modo che in quel diploma medesimo l'imperatore assai onorevolmente confermasse tut'i privilegi della nostra città; la qual graziosa conferma dispose i cittadini a giurare volentieri fedeltà all'imperatore, e indirettamente al suo vicario.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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