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      Il Corio ci assicura che Barnaḅ, dopo la pestilenza e la carestia e le perdite dello Stato, se volse contra de li miseri subditi che per quatro anni adietro havevano pigliato porci salvatici, ed altre selvaticine: onde a molti di loro faceva doppuo grande tormento cavare gli occhi, et inde suspendere per la gola, de li quali si referisce essere ascesi al numero de cento. Assai magiore summa, de le crudele e tyranice mano fugendo, li faceva proscrivere, dinde gli pigliava ogni sua facultate, et a molti altri habitanti ne le ville, non havendo il modo di satisfare al fisco per le condemnatione, le case sue faceva brusare... due frati Minori, andandogli per reprendere de si inaudita extorsione, senza alcuno riguardo gli fece brusare, incolpandoli de nuova heresia575. Amava Barnaḅ la caccia singolarmente dei cinghiali, e manteneva un grande numero di cani; come cị facesse ce lo dice il Corio all'anno medesimo: teneva cinque milia cani, e la magiore parte de quelli distribuiva ala custodia de li cittadini et anche a contadini, li quali niuno altro cane che quegli puotevano tenere. Questi due volte il mese erano tenuti a fare la mostra, onde trovandoli macri, in grande summa de pecunia erano condemnati, e se grassi erano, incolpandoli dil troppo, similmente erano mulctati, se morivano gli pigliava il tutto; e li officiali o caneteri più che pretori de le terre erano temuti. Pietro Azario, che vivea in quei tempi, ci lascị scritto che certo Antoniolo da Orta, ufficiale in Bergamo, venne accusato presso di Barnaḅ di avere esatte delle propine arbitrarie nello spedire certe licenze.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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