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      A che attribuirne il cambiamento? All'ardimento che alcuni ebbero di pensare e cercare il vero, indipendentemente dalle opinioni ereditate; al progresso della ragione, all'accrescimento de' lumi; alla moltiplicazione de' libri; al genio della coltura; a quello spirito moderato e benefico di filosofia che ha dissipata la ferocia e il fanatismo, ed ha reso gli uomini benevoli ed umani, sotto di una santa e pura religione di concordia e di pace. Rendiamo umili azioni di grazie al Dator di ogni bene, e guardiamoci da coloro che ardiscono d'insultare a que' felici mezzi co' quali si è operata la consolante rivoluzione. Galeazzo II aveva la bassezza di voler giuocare ai dadi co' sudditi che avessero denaro, e godeva di rovinarli. (1377) Quel principe fece un decreto l'anno 1377 che non ha esempio, a quanto mi è noto. Egli, con un foglio di carta, annullò, cassò, rivocò tutte le grazie e dispense che aveva sin allora concesse. Il decreto è del giorno 13 di ottobre, Datum in castro nostro Zojoso586, sito nel Pavese, ora chiamato Belgioioso, nel quale soleva passar qualche tempo quel principe. Che un successore revochi le grazie di un sovrano che l'ha preceduto, benché sia cosa dura assai per chi la soffre, se ne trovano esempi, ma che un principe cancelli, così in un colpo solo, tutte le sue beneficenze, non so che sia mai accaduto altra volta587.
      Paragonando i due fratelli, pare che Barnabò avesse l'animo più forte, e Galeazzo fosse freddamente crudele. Il primo, abbandonandosi ad una collera brutale, era capace di ogni eccesso; l'altro lo era sempre, con maligna tranquillità. Barnabò dava gl'impieghi a persone che li sapessero eseguire, e sapeva tenersele affezionate e fedeli; Galeazzo, per denaro, dava le cariche a' più inetti uomini.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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