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      .. i cavalieri non vengono per questi boschi... sia tu chiunque ti piaccia, pagami prima, e ti scorterò dove vuoi. - Barnabò: Ebbene cosa vuoi ch'io ti dia? - Villano: Un grosso di Milano. - Barnabò: Fuori che saremo dal bosco ti darò il grosso, e ancora di più. - Villano: Oh sì domani! Tu sei a cavallo, e fuori che tu sia dal bosco, prendi il galoppo, ed io rimango come un cavolo! Così fanno gli ufficiali di quel diabolico nostro padrone; vengono scalzi, e ruban poi tanto, che passeggiano come grandi signori a cavallo. - Barnabò: Amico, poiché non mi vuoi credere, eccoti il pegno, e gli diede la fibbia d'argento che aveva alla cintura. Il villano se la gettò in seno nella camicia, e cominciò a precedere per uscire dal bosco; ma, stanco come era, camminava lentamente. - Barnabò: Galantuomo, monta in groppa sul mio cavallo. - Villano: Credi tu che quella rozza potrà reggere a due! Tu sei tanto grosso! - Barnabò: O, benissimo; porterà te e porterà me; tanto più che, a quanto dicesti, non hai mangiato troppo a pranzo. - Villano: tu dici il vero... proviamoci; e qui si pose a sedere in groppa, e mentre così proseguivano attraverso del bosco, continuò Barnabò: Amico, tu mi hai date delle cattive nuove del tuo padrone: e del signor Barnabò, che sta in Milano, che se ne dice? - Villano: Di lui se ne parla meglio. Benché sia feroce, egli almeno fa osservare l'ordine; e s'egli non fosse, non avremmo osato né io né gli altri poveri entrar nel bosco a tagliar legna, per timore degli assassini.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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