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      Egli acquisṭ Siena, che se gli rese per dedizione spontanea592. La repubblica di Firenze non poteva con tranquillità rimirarsi in tal modo cinta dai nuovi Stati del conte, la di cui ambizione non aveva limiti, e si venne alle ostilità. Nel loro manifesto i Fiorentini dissero: sed profecto nosmetipsos, vana fide delusi, decipiebamus, persuadentes nobis illum esse posse fidelem, qui tam infidelis extitit nepos et gener et frater, in patruum, socerum, atque fratres, cujusque toties, et nobis, et aliis, probata fides erat nihil habere constantiae, nisi solum in hoc ut fidem quam promiserat non servaret... Nos versa vice tyranno Lombardiae, qui se regem facere cupit, et inungere, bellum indicimus593. Stimolarono i Fiorentini il re di Francia, e non si sa con quai mezzi l'indussero, malgrado gli stretti vincoli del sangue, a spedire per la Savoia un corpo di diecimila Francesi, comandati dal conte d'Armagnac. Sebbene il duca di Savoia fosse pure stretto parente del conte, che era figlio di Bianca di Savoia, pure lascị libero il passo a queste truppe. Il comandante conte d'Armagnac era parente stretto di Carlo Visconti, figlio di Barnaḅ, che viveva miseramente ramingo colla sua moglie Beatrice d'Armagnac. L'armata francese si porṭ rapidamente sotto di Alessandria, città munita di valido presidio, comandato da quel Jacopo dal Verme che aveva fatto prigioniere Barnaḅ. I Francesi si presentarono con insulto, deridendo, provocando, ed invitando se avevano coraggio di venir fuori que' poltroni Lombardi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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