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      Il primogenito adunque rimase duca di Milano; il cadetto restò conte di Pavia; s'intitolò il primo: Johannes Maria Anglus, dux Mediolani, etc., comes Angleriae ac Bononiae, Pisarum, Senarum ac Perusii; e il secondogenito prese a chiamarsi: Philippus Maria, comes Papiae, et Veronae dominus.
     
      Capitolo XV
     
      Del duca Giovanni Maria, e del terzo ed ultimo duca Visconti, Filippo Maria
     
      Dalla metà del secolo decimoquarto sino alla metà del secolo decimoquinto, per lo spazio di cento anni, la storia di Milano presenta come una figura colossale mal connessa, di cui ora si raccozzano ed ora cadono i pezzi; che però in nessuna parte mostra vaghezza od eleganza, ma rappresenta una figura truce e deforme. Tale fu l'indole di que' tempi e di que' governi, nei quali della virtù appena si conosceva il nome; sotto a principi che considerarono gl'interessi loro, non solamente staccati, ma opposti a quelli del loro popolo, che opprimevano e saccheggiavano anzi che governarlo. Ad onta però dei vizi de' sovrani, Milano s'andò arricchendo; si animò l'agricoltura, si aumentò sempre la popolazione, l'industria si moltiplicò. Perché la capitale d'un vasto impero, collocata in mezzo d'una fertile pianura, e comandata da un sovrano (che, malgrado l'atrocità, predilige sempre i suoi concittadini), non può a meno che non cresca. Morto il duca Giovanni Galeazzo, cadde la gran mole dello Stato sotto il governo di due minori. Giovanni Maria, primogenito e nuovo duca, aveva appena quattordici anni, e dieci e non più ne aveva Filippo conte di Pavia, di lui fratello minore.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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