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      Fra i militi di Facino Cane vi era un soldato di fortuna, Francesco Carmagnola, uomo di grand'animo, che aveva i talenti di un buon generale, e che colla superiorità del suo merito aveva dato persino gelosia al suo antico padrone, che pure era grande uomo di guerra de' suoi tempi. Il duca non era fatto per comandare in persona: egli era timido, inerte, superstizioso, amante della solitudine. Egli fortunatamente ascoltò il consiglio di Beatrice sua moglie, e collocò nel Carmagnola il comando e la confidenza. Francesco Carmagnola fu dichiarato conte; innalzato, arricchito e beneficato dal duca. Il conte Francesco alloggiava in Milano nel palazzo in cui ora si radunano i Corpi civici. Premeva al duca di riacquistare Lodi, città distante appena venti miglia da Milano. Giovanni Vignate s'intitolava conte di Lodi, e ne era il padrone. Una tregua si era sottoscritta fra il duca e lui; quindi il Vignate, fidandosi al gius delle genti, senza alcun sospetto veniva qualche volta a Milano. (1416) Egli un dì non ebbe timore di porre piede nel castello in cui stavasene appiattato ed invisibile il duca; ed ivi, il giorno 19 di agosto dell'anno 1416, venne a tradimento arrestato, malgrado la tregua, e trasportato a Pavia, ove fu riposto in una gabbia di ferro. Contemporaneamente le truppe ducali sorpresero Lodi e fecero prigionieri Luigi Vignate, figlio del conte; il padre ed il figlio passarono nelle mani del carnefice; e con tal mezzo il duca s'impadronì di Lodi. Loterio Rusca, signore di Como, credette di fare un buon contratto cedendo al Duca la sua sovranità per quindicimila fiorini d'oro.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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