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      Da Firenze passarono questi principi a Lucca; ove vennero accolti con somma pompa: anzi vollero i Lucchesi perfino aprire una nuova porta nelle mura della loro città, onde trasmettere ai tempi a venire memoria di questo magnifico ingresso. Da Genova poi ritornarono Galeazzo e la Bona a Milano. Oggidì, che i sovrani hanno nelle mani il potere per mezzo della milizia stabilmente stipendiata, non si curano più di abbagliare i popoli.
      (1472) Poiché ritornò dal viaggio, il duca pensò a dare una moglie al di lui figlio primogenito Giovanni Galeazzo, bambino ancora di quattro anni. Questa fu Isabella d'Aragona, figlia del duca di Calabria Alfonso e d'Ippolita Sforza, conseguentemente germana cugina dello sposo. Queste nozze si pubblicarono l'anno 1472. Il duca era strettamente collegato col cardinale di San Sisto, nipote ed assoluto padrone di papa Sisto IV: l'oggetto della reciproca unione era la loro fortuna. Il duca doveva adoperarsi per fare papa il cardinale colla rinunzia dello zio. Il cardinale, asceso al sommo pontificato, doveva innalzare lo Sforza incoronandolo re d'Italia, ed aiutandolo a ricuperare tutte le città già possedute dal primo duca. I Veneziani non potevano essere contenti di un tal progetto che loro toglieva tutta la terra ferma. Malgrado lo studio di celare questa trama politica, convien credere ch'essi ne avessero qualche contezza. Il cardinale, ch'era stato magnificamente accolto in Milano, bramò di vedere Venezia; e quantunque cercasse di dissuadernelo il duca, egli volle insistere e passarvi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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