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      I fratelli del duca Galeazzo, zii del vivente, erano cinque, cioè Sforza, Filippo, Lodovico, Ascanio e Ottaviano.
      (1477). Genova si ribellò. Dodicimila uomini vennero spediti per sottometterla. Se ne confidò il comando a Lodovico ed Ottaviano, fors'anco per allontanarli. L'impresa riuscì bene, poiché, malgrado la vigorosa resistenza de' Genovesi, gli Sforzeschi se ne impadronirono; e il giorno 9 di maggio 1477 resero i Genovesi nuovamente omaggio al duca698. Ritornarono a Milano Lodovico ed Ottaviano colla benemerenza di tale vittoria. Simonetta teneva l'occhio sopra di essi. Venne imprigionato un confidente di questi due principi, da cui seppe le trame che ordivano contro lo Stato. I due fratelli pretesero che il loro confidente venisse liberato; e ciò non ottenendo, posero mano alle armi, e sollevarono più di seimila persone in Milano. La duchessa e Simonetta stavasene nel castello; e in esso, dalla parte esterna, fecero entrare tutte le genti d'armi vicino a Milano, il che bastò per far deporre le spade. Ottaviano non volle fidarsi del promesso perdono, e se ne fuggì; e, giunto a Spino, vicino a Lodi, temendo di essere arrestato, si avventurò a passar l'Adda, e vi si affogò cadendo da cavallo, il che avvenne l'anno 1477. Egli aveva 18 anni; il di lui cadavere si ritrovò poi, e venne tumulato in Duomo. Simonetta fece formare un processo della sedizione, e risultò che gli zii del duca avevano tramato di togliergli lo Stato. Indi vennero relegati, Sforza, duca di Bari, nel regno di Napoli, Lodovico a Pisa, ed Ascanio a Perugia.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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