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      Perché poi ricusasse quell'ottimo partito e preferisse una guerra pericolosa al godimento tranquillo dello Stato, non lo dice la storia. Forse egli non si fidò del re Ferdinando, né delle forzate offerte di lui; sicché, passato il timore, non dovesse nuovamente vederselo nemico. Forse egli ascoltò le personali passioni più che non si conviene ad un sovrano; e l'odio contro la casa di Aragona, o la benevolenza verso gli amabili Francesi, presso i quali era vissuto, prevalsero ai sentimenti che doveva adottare come uomo di Stato. Il vero motivo non si sa: unicamente ci è noto che Lodovico promise al re Carlo di Francia cinquecento uomini d'arme, quattro navi, dodici galere, il suo erario e la sua persona. (1494) Inutilmente il papa Alessandro VI spedì emissari nella Francia per frastornare la venuta del re. Lodovico se ne avvide: ed animò il re Carlo a non differire, acciocché i Napoletani, il papa e i Fiorentini non avessero tempo di radunare un'armata e disputargli i difficili passi degli Appennini. Il re Carlo VIII si ritrovò in Asti il giorno 11 di settembre 1494. Poi, il giorno 14 ottobre, nel castello di Pavia venne magnificamente accolto da Lodovico il Moro. Ivi il re visitò il duca Giovanni Galeazzo, ammalato di consunzione, e non senza qualche suspecto, dice il Corio; l'infermo raccomandò alla pietà del re Francesco suo figlio e la duchessa sua moglie; e fra pochi giorni terminò la sua vita al 22 ottobre nella età di venticinque anni708. Il di lui figlio Francesco poi visse nella Francia e fu abbate di


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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