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      I gentiluomini però, oltre l'essere vestiti di seta, erano altresì ricamati d'oro; per lo che non si potevano confondere co' domestici del duca. Il duca cavalcava vestito di raso bianco trinato d'oro; portavangli il baldacchino i dottori di collegio. Cesare Sforza, fratello naturale del duca, portava immediatamente avanti di esso la spada ducale sguainata. Lo seguitavano il vescovo Valese cardinale di Sion, e i legati del re de' Romani, del re di Spagna e di altri sovrani. Non mancarono a tal funzione i soliti archi trionfali. Egli finalmente andò a risiedere nella corte ducale; giacché il castello, nel quale solevano alloggiare i duchi, era in potere de' Francesi. Il potere ducale Massimiliano lo ricevette dagli Svizzeri; e, come dice Guicciardini760: Il cardinale (Sedunense lo chiama il Guicciardini, ed è il vescovo di Sion), in nome pubblico degli Svizzeri gli pose in mano le chiavi, ed esercitò quel dì, che fu degli ultimi di dicembre, tutti gli atti che dimostravano Massimiliano ricevere la possessione da loro; il quale fu ricevuto con incredibile allegrezza di tutti i popoli per il desiderio ardentissimo di avere un principe proprio, e perché speravano avesse a essere simile all'avolo o al padre, la memoria dell'uno de' quali per sue eccellentissime virtù era chiarissima in quello Stato, nell'altro il tedio degl'imperi forestieri aveva convertito l'odio in benevolenza.
      (1513) Giulio II, il primo motore degli avvenimenti de' tempi suoi, quel papa che, coll'usbergo sul petto e l'elmo in capo, diresse l'assedio della Mirandola, e vi entrò per la breccia, terminò la sua vita la notte dal 20 al 21 di febbraio del 1513. Questo colpo cambiò nuovamente le combinazioni politiche in Europa.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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