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      Egli condusse in Milano, il giorno 10 di settembre del 1515, un corpo di Svizzeri numeroso. Cotesto cardinale compariva militarmente in habito de bruno seculare,come dice il Prato; e gli Svizzeri vennero eccitati a combattere colla grandiosa promessa di ottocentomila ducati d'oro, se vincevano. Della qual somma il ministro del re di Spagna, residente a Milano, ne promise dugentomila a nome del suo monarca, ed a nome del papa Leone X dugento altri mila ne furono promessi; cosicché al duca rimaneva il peso di quattrocento mila ducati. Gli Svizzeri, gloriosi per la sconfitta data, due anni prima, a Novara ai Francesi sotto il comando de la Tremouille, si consideravano il terrore de' monarchi, e tenevansi la vittoria sicura. Il re, vedendo inevitabile il tentar la fortuna delle armi, avendo consumati i viveri de' contorni di Magenta, Corbetta e Boffalora, marciò coll'armata, prima a Binasco, indi passò a Pavia; finalmente pose, in settembre, il suo campo a Marignano. Le scorrerie de' Francesi venivano sotto le mura della città, e, non solamente da quella parte che risguardava la loro armata, ma persino sulla strada di Monza, per lo che non eravi sicurezza nell'uscire da Milano.
      Il giorno 14 di settembre 1515 divenne famoso nella storia per la battaglia di Marignano, da alcuni anche detta di San Donato. Il Prato ci racconta, come venuta la chiarezza del dì, cominciarono essi (Svizzeri) ad uscire per Porta Romana; et durò il loro passaggio sino alle ventidue ore, il che prova il loro numero, con animo tale, che non pareva già che a guerra, ma più presto a certi segni di vittoria andassero, et con essi era il cardinale.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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