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      La duchessa di Angoulême aveva molto ascendente sull'animo del re suo figlio. Non minor potere aveva nel cuore di quel giovine e vivace sovrano la contessa di Chateau-Briant, che era nel fiore dell'età, il fiore della bellezza e della grazia; ed era amata dal re795. La duchessa favoriva il duca di Bourbon, senza ch'egli se ne avvedesse, per inclinazione naturale; la contessa bramava che si desse a Lautrec, di lei fratello germano, il comando nell'Italia delle armi francesi. Perciò nel 1517 egli venne a Milano governatore, e fu il settimo. Odetto di Foix, signore di Lautrec, maresciallo di Francia, era cugino e compagno d'armi del celebre Gastone di Foix. Alla battaglia di Ravenna egli fu de' pochi che non l'abbandonò, quando, per uno sconsigliato ardimento, si scagliò incontro alla sua morte. Si batté, lo difese quanto un uomo solo lo poteva contro di una folla di armati. Lautrec gridava agli Spagnuoli, mentre combatteva, avvisandoli che Gastone era il fratello della regina loro. Ferito egli pure in più guise, giacque creduto morto a canto a Gastone. Riconosciuto poi, ed assistito, ripigliò Lautrec il suo vigore, e sotto del contestabile continuò a dar saggi del suo valor militare. Le ferite che Lautrec aveva ricevute sul viso nella battaglia di Ravenna, l'avevano reso di aspetto truce e deforme; né il di lui carattere contrastava colla fisionomia796. (1518) Lautrec, governatore di Milano, mal sofferiva il maresciallo Trivulzio, il quale viveva con una magnificenza reale, ed era più considerato nella città, che non lo fosse Lautrec.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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