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      Trivulzio era maresciallo, era stato governatore, aveva acquistato alla Francia il Milanese, viveva indipendente. Il perché venne accusato e indicato per sospetto, per essere egli il capo della potente fazione de' Guelfi, e per essersi fatto ascrivere alla naturalizzazione elvetica, e perché il di lui nipote serviva i Veneti. Queste accuse del Lautrec vennero nell'animo del re malignamente rinforzate dalla contessa di Chateau-Briant, la favorita di quel monarca. Trivulzio, franco e sensibile, informato dell'attentato, al momento partì; e quantunque avesse ottant'anni, nel cuore dell'inverno, superate le Alpi, si presentò alla corte di Francia, dove però non poté avere udienza dal re. Questo rispettabile vecchio si fe' condurre in luogo per cui doveva passare il monarca; e poiché fu alla distanza di essere ascoltato, disse: Sire, degnatevi di accordare un momento d'udienza ad un uomo che s'è trovato in diciotto battaglie al servigio vostro e dei vostri antenati. Il re, sorpreso, lo guarda, lo ravvisa, e passa oltre senza far motto. Tale fu la mercede di quarant'anni di servigi resi alla Francia. Trivulzio si ammalò gravemente. Il re gli fece fare delle scuse; ed il Trivulzio gli rispose che era sensibile alla bontà del re, ma che lo era stato pure ai rigori, ed il rimedio era tardo797. Frattanto il Lautrec profittò dell'assenza del Trivulzio per arrestare a Vigevano la vedova ed i figli del conte di Musocco, nuora e nipoti del Trivulzio. Il maresciallo fu sepolto a Bourg de Chartres, sotto Montlehery, dove aveva trovata la corte, e dove morì798. Burigozzo dice ch'ei morì il giorno 4 di dicembre del 1518. Nel vestibolo di San Nazaro Maggiore della nostra città avvi un tempio di assai grandiosa e nobile architettura, intorno al cui architrave veggonsi collocate in alto le tombe della famiglia Trivulzio; il qual edifizio credesi fatto fabbricare dal maresciallo, la tomba del quale sta nel mezzo, colle due sue mogli poste ai lati; e sta scolpito: QUI NVNQVAM QVIEVIT HIC QVIESCIT. TACE799. Della sconoscenza ed ingratitudine del re Francesco I ne scrive anche il Prato; havendo non una, ma due et tre volte, dic'egli, con tanta fatica et arte in bona parte dato il stato di Milano a Frances


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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