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      Coś almeno ce n'assicura lo storico Brantôme835. I Veneziani, vedendo andare coś alla peggio gli affari del re di Francia, informati della indole del re, distratto dalle occupazioni, immerso ne' piaceri, dominato a vicenda da due donne, conobbero che erano passati i tempi del buon Lodovico XII, e che l'essere collegati colla Francia non poteva essere loro di verun giovamento, anzi riusciva di molto pericolo, attese le minacce del potentissimo ed attivissimo Carlo V. Veramente non aveano i Veneziani alcun plausibile pretesto per mancare alla lega che univali colla Francia; ma la Francia istessa, quattordici anni prima, colla lega famosa di Cambrai aveva insegnato ad essi a sostituire al codice del gius delle genti quello della convenienza. Il re di Francia in oltre era minacciato d'una invasione per parte degl'Inglesi. A cị si aggiungeva la moderazione che Cesare mostrava, consegnando al duca Francesco Sforza le fortezze acquistate dai Francesi, il che toglieva dall'opinione l'inquietudine che un monarca troppo potente, occupando il Milanese, nol ritenesse, e li rendesse confinanti d'una terribile sovranità. Tutto cị mosse i Veneziani a collegarsi coll'imperatore, col papa Adriano, Francesco Sforza, i Fiorentini, i Sanesi e i Lucchesi. S'obbligarono a somministrare seicento uomini d'armi, altretanti cavalleggeri e seimila fanti per la difesa dello stato di Milano; e Carlo V si obblig̣ a difendere tutte le possessioni de' Veneziani nell'Italia. Tal confederazione segú nel mese di luglio del 1523836.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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