Pagina (730/1182)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tanto male poté fare al suo re il Lautrec, da rendere inespugnabile per l'animosità de' cittadini una città, che ne' combattimenti di dominazione accaduti prima e poi, non comparve mai una fortezza molto importante!
      Il re da principio, profittando dell'ardore dei suoi soldati, cercò d'impadronirsi di Pavia con assalti impetuosissimi e replicati, poi, vedendosi vittoriosamente respinto e disperando di ottenere la città col mezzo, si pose a battere le mura coll'artiglieria per diroccarle ed aprirsi la strada; ma le rovine del giorno si andavano con maravigliosa avvedutezza riparando la notte dagli assediati, che, con fascine, cementi, travi, terra, riempivano i vani che s'andavano formando. Fra le altre prove della sconsigliata condotta del re, vi è quella che mancogli la polve per continuare nell'impresa, e se il duca di Ferrara non gliela somministrava, egli era costretto a desistere860. Vedendo inutili gli assalti, delusa l'azione dell'artiglieria, si rivolge al progetto di sviare il Tesino da Pavia, ed inalvearlo tutto nel Gravellone, col mezzo d'una chiusa posta al luogo ove si divide il fiume in due correnti. Il progetto fu d'un tenente della compagnia d'uomini d'arme del signor d'Alençon, che aveva nome Silly baglì di Caen. Se riusciva il progetto, il re presentava le sue forze dal lato debole della città, marciando nel letto del fiume; ma una piena rovesciò la chiusa. Si tentò la seduzione; ma in vano. Finalmente fu costretto il re di cambiare l'assedio in un blocco, ed accontentarsi di cingere la città, aspettando che venisse costretta a cedere per mancanza di viveri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





Lautrec Pavia Ferrara Tesino Pavia Gravellone Alençon Silly Caen