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      Ma nelle ultime centosettantadue pagine del seguente volume della storia di Milano, che comprendono l'opera del Frisi, s'incontrano ben più gravi alterazioni in confronto de' frammenti che di quell'epoca in gran copia ci rimangono nei manoscritti del Verri; alterazioni eseguite il più delle volte avvertitamente per coscienziosi riguardi, e talvolta pure senza un fine espresso e per la sola cagione di non avere inteso il suo testo. Porgerò alcuni esempi delle une e delle altre. Delle copiose memorie raccolte dal Verri intorno alla celebre battaglia di Pavia, il suo continuatore molte ne traspose, altre ne ommise e in generale le confuse. Alla p. 225 dice che il re di Navarra comprò la libertà dai militi cesariani del marchese di Pescara per settemila scudi; laddove furono questi pagati dal marchese ai soldati per avere il re in proprio potere, e quindi sottoporlo ad un esorbitante riscatto. Riferisce a suo modo, alla p. 228, le sollecitazioni allo spergiuro fatte al re di Francia da chi meno il doveva; e mutila alla p. 231 il racconto delle trattative per la lega italica, tacendo l'assicurazione data dal papa al Pescara di poter mancare di fede all'imperatore, benché fosse provata colla testimonianza di un prelato, lo storico Sepulveda. Invece di riportare, alla p. 240, i fatti che sono ne' manoscritti del Verri, per mostrare la situazione disperata nella quale trovavansi i Milanesi nel 1526, li tace in gran parte, ed accenna seccamente le uccisioni notturne: i fatti all'opposto recano maggiore convincimento, oltre che danno alla storia un interesse drammatico.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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