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      Anzi v'è chi scrisse che il grido di questa vittoria fu tale, che nel giorno medesimo restò libera dai Francesi, non solo la città, ma tutto il ducato. Giunta a Madrid la gran nuova della presa del re cristianissimo e della disfatta terribile del suo esercito, il re augusto Carlo V non permise che si facesse pubblica allegrezza, ed ei medesimo seppe contenersi a segno, che meritò l'ammirazione: nullam ex more gratulationem publice fieri passus est, nec ipse laetitia exultavit, sed gaudium moderate pro sua gravitate tulit886. Il Tegio riporta la traduzione della lettera che la reggente Luisa, madre del re, scrisse a Carlo V in quella occasione, ed è come segue; A monsignor mio buon figlio l'imperatore Carlo - Monsignore mio buon figlio, dopo che io ho udito e saputo da questo gentiluomo presente, portatore di questa mia, la fortuna la quale è occorsa a monsignore il re mio figlio, io rendo grazie a Dio di questo ch'egli sia capitato nelle mani di quel principe del mondo che io più amo, sperando che la imperiale Maestà vostra ne debba tenere quel buon conto per lo mezzo del sangue, confederazione e lignaggio il qual è tra voi e lui, et in caso che questo avvenga (come io tengo per certo) ne seguirà un gran bene et universale a tutta la cristianità dall'amicizia e riunione di voi due; e perciò, mio signore e figlio, io vi supplico che lo abbiate per raccomandato, e che in questo mentre comandiate ch'egli sia ben trattato come il grado vostro e suo lo richiede, e commettiate che egli sia servito in tal maniera ch'io possa spesso intendere del suo ben stare e della sua sanità, e così facendo, voi vi obbligherete una madre, la quale d'ogni ora voi avete così nomata: et ancora vi prego che ora voi vi mostriate padre per affezione, come io a voi madre per dilezione.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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