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      Ma tale era la popolazione delle terre, che dice il Burigozzo944, fu tanta quantità di lupi su per lo paexe, che era una cosa granda, e fazevano tanto male in amazare persone, zoè puttini e donne, che quaxi se temeva a andare in volta, se non erano 3 o 4 persone insema, tanto era el terror de questi lupi; et questa non era maraviglia, perché nelle ville erano mancade le persone. Ciò si conferma dal Bugati945, dicendo che que' lupi voraci fin dentro de' borghi della città entravano... Cosa veramente crudele! imperocché queste fere per la peste et per la guerra (nelle quali periva gente assai) tanto familiare s'havevano fatto la carne umana, che poi non trovandone, fecero cose grandi per divorarne, come assaltar gli uomini armati, cavar dalle culle e dalle braccia delle madri i fanciulli, ec.
      (1531) Sul principio del 1531 riuscì al duca Francesco Sforza, mediante il raddoppiamento delle imposizioni, di pagare a Cesare la convenuta prima annata di quattrocentomila ducati, per cui gli vennero consegnati il castello di Milano e quello di Como. Ma quasi non bastassero all'oppressione de' sudditi gli sforzi che avea dovuto fare il duca per approntare quel primo gravosissimo sborso, sopragiunse la guerra della Valtellina, della quale fu cagione l'occupazione di Chiavenna fatta da Gian Giacomo Medici, di già padrone di Musso e di Lecco. Perciò lo Sforza fu necessitato di ricorrere a nuovi aggravii; onde, come attesta il Burigozzo946, il giorno 20 giugno s'imposero alla macina soldi 50 per moggio, e soldi 32 per ogni brenta di vino; e ciò oltre il solito tributo; per lo che un moggio di grano per essere macinato pagava lire cinque.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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