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      Poi seguitò le abazie con le canoniche de Milano. Finido questi, venne li offiziali de sua excellentia, zoè li grandi con el capuzo in testa, e tutti havevano le veste longhe a terra, cosa grande da vedere, el numero de quali fu grandissimo, et tutti andavano a dui a dui. Poi venne la ecclesia del Domo, zoè li vegioni e le vegione, poi li capellani, poi li mazachonisi, di poi li sacristani, poi li signori Ordenarii, e poi li lectori, e qui finisce la gierexia. Poi seguitò un giovinetto gentilhomo, tutto vestito de veluto negro, et haveva una spada bellissima aposata alla sua spalla. Dredo a questo un altro giovinetto, vestito simile al primo, e lui e il cavallo, et haveva uno bastono in mano tutto indorato. Poi seguitò li cortesani de sua excellentia, quali tutti, con le veste negre a terra, con la gran coda e el capuzo in testa, tutti a dui a dui, el numero de quali fu assai. All'ultimo di questi venne la sua guardia de Lanzinechi, vestiti de negro, tutti in zupon, con le sue alebarde in spalla. Poi qui li era la mula di sua excellentia, tutta coperta de veluto negro a terra con li stafferi, come se propriamente li fosse stato sua excellentia, ma non li era se non la mula vôta. Poi seguitò la guardia de cavalli legeri a piedi, però con le sue zanette in spalla, e questi tali havevano uno manto negro in dosso. Da poi seguitò el corpo de sue excellentia, ma non però che fusse el suo corpo, perché non fu possibile poterlo conservare insina a tanto, e per questo fu fatta una imagine a sua similitudine; e quello fu fatto a tale effetto, era vestito de brocato d'oro rizzo, soprarizzo, longo a terra, fodrato di pelle di gran valore, haveva uno saio de veluto cremexo, un saion de raso cremexi, un paro de calze de scarlata, con le scarpe de veluto cremexi, con una bacchetta in mane, et haveva la baretta duchale in testa, qual baretta era bizara, e fu portata la sua persona quatada de brocato sotto el balduchino de tela d'oro, e questo balduchino, sì ancora sua excellentia, fu portata dalli dottori dell'una e l'altra legge.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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