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      L'affare seguì in questo modo987. Lodovico Biraga, milanese, al servizio di Francia, uomo assai intraprendente e voglioso di celebrità, e che per varie segnalate imprese erasi distinto nel Piemonte, seppe che il castello di Milano era mal custodito dalle guardie. Accertatosi col mezzo di fidi esploratori della verità del fatto, si pose in animo di sorprendere quel forte; quindi tratto al suo partito un certo Giorgio Senese, soldato arditissimo, che dimorava in Milano e che colle sue accorte maniere erasi procacciata la confidenza di molte famiglie nobili, e segnatamente di Giovanni de Luna, castellano del forte, nel quale giorno e notte entrava ed usciva solo senza alcun ostacolo, commise il Biraga a questi l'esecuzione dell'impresa. Era il disegno di scalare con sufficiente numero d'armati uno sperone di esso castello, di uccidere la sentinella e il castellano, e, superato il corpo di guardia, calar il ponte onde introdurvi altri appostati soccorsi. Premesse in fatti alcune squadre scelte e coraggiose, venne il Biraga con altri prodi armati clandestinamente dal Piemonte per la via degli Svizzeri, ed appiattatosi in città, aspettava l'avviso dell'esito dell'impresa. Entrò frattanto il Senese colle sue genti nel buio della notte nella fossa del castello, ed appoggiate le scale alle mura, trovaronsi corte al montarle; laonde insorto non so qual bisbiglio negli aggressori, questo fece sì che per la confusione e il sospetto d'essere sorpresi, si diedero subitamente alla fuga. Le scale ivi abbandonate porsero indizio della trama: Giorgio Senese venne carcerato, e previo processo fattogli da Niccolò Secco, capitano di giustizia, fu squartato vivo.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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