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      V'erano centocinquanta giovani principali milanesi, vestiti superbamente di bianco con ricami d'oro, di perle e di gemme. Ciascuno portava un'accetta dorata, coll'asta coperta di velluto bianco e ornata a frange d'oro1037. Poi venti cavalieri milanesi, in uniforme di scarlatto riccamente trinato d'oro. La regina sedeva sopra di una chinea bianca, era vestita a lutto per la morte di Filippo II, e marciava sotto un baldacchino di seta d'argento ricamato d'oro a gran frange. I dottori di collegio portavano il baldacchino, ed erano vestiti con vesti lunghe di damasco, foderato di velluto, e col cappuccio d'oro, foderato di vaio1038. Per onorare la sposa, venne pure il duca di Savoia, Carlo Emanuele, col principe Amedeo, suo figlio, il marchese d'Este, e molti principi e vassalli, al numero di trecento. L'arciduca Alberto andò alla porta della città ad incontrarla, col governatore, col principe d'Orange, e con tutta la nobiltà forestiera e milanese1039. Le feste date furono varie e magnifiche; e, per renderle più splendide, il contestabile fece fabbricare un teatro in corte, che durò fino al 1708, nel quale anno rimase distrutto da un incendio.
      In que' tempi le arti cavalleresche, e singolarmente il ballo, avevano la loro sede in Milano. A convincersene, basta leggere il libro già rammentato di Cesare de' Negri, che contiene i precetti del ballo, varii balletti, relazioni di mascherate e feste de' suoi tempi, e i nomi delle più distinte dame e cavalieri che ballavano sotto della di lui scuola.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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