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      Tutto ciò fu eseguito; e stando i miseri fra le mani del carnefice si protestarono innocenti innanzi al popolo, e di morir volontieri per gli altri peccati loro, ma di non avere mai esercitata l'arte di ungere, né aver pratica di veleni o sortilegi1076. Quanto possedevano quelle due vittime fu confiscato; la casa del Mora, distrutta dai fondamenti, e sull'area di essa eretta una colonna per pubblico decreto dichiarata infame, accompagnata da un'iscrizione in marmo per tramandare la memoria del fatto alla posterità. E la posterità l'ha giudicato: nel 1778 la colonna si trovò clandestinamente atterrata; l'iscrizione fu levata di poi, la casa rifabbricata; onde non rimane più traccia visibile dello scelerato giudizio1077. Né il Piazza e il Mora, e i molti soci ch'ebbero nel processo furono soli sacrificati al fanatismo del volgo e all'ignoranza togata. Si volle scoprire un distributore d'unzioni anche tra gli appestati del Lazzaretto, Gian Paolo Rigotto, il quale andò al patibolo li sette di settembre, e l'accompagnò il padre Felice, cappuccino, con un altro padre Teatino, che là dentro amministrava li Sacramenti; et affermarono questi che, al solito degli altri, aveva costui rivocata la confessione e sin all'ultimo fiato protestato di morire innocente1078. Quali tempi, quai giudici, e quanto infelice nazione! A compiere l'orrenda scena basterà che si sappia aver quella pestilenza mietuto centoquarantamila vite di cittadini milanesi, secondo il più moderato calcolo che desunse il Ripamonti dalle tabelle del tribunale della sanità1079, mentre il Somaglia l'accresce di altre quarantamila.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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