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      Esso regolava l'alloggiamento militare sotto la direzione di un provveditore generale, il quale forniva d'alloggio l'esercito in tempo di pace ad un determinato prezzo per ciascuna razione da pagarsi in via d'imposta sopra tutto lo Stato, secondo la fatta ripartizione. Così furono procurati opportuni e comodi alloggiamenti alle truppe, liberati i pubblici e i cittadini dalle vessazioni, e assicurata l'uguaglianza del carico. Ma questo Ponze di Leon era uomo sì arbitrario e violento, che, senza rispetto alla giurisdizione de' tribunali e del senato facea esercitare la giustizia a suo piacere: e ne basti un esempio. Un cieco, conosciuto col nome di Alessandrino, andava cantando per le vie della città una canzone popolare, in cui deridevansi gli Spagnuoli. Il governatore se lo fece condurre innanzi, gli fe' dar a bere e volle udir la canzone; indi ordinò che immediatamente fosse condotto alla piazza de' Mercanti, ed alla mezza notte, a porte chiuse, fosse impiccato e subito seppellito. Egli stesso nel giorno vegnente a comune terrore, fece dare pubblicità alla sentenza ed all'esecuzione. È però da confessarsi che i tempi erano convenienti per simili violenze; e i nobili in ispecie, resi brutali dall'ignoranza, invasi dalla boria spagnuola e degradati dalla prepotenza valorosa de' loro avi,
      eransi abituati alla prepotenza facinorosa, che col mezzo di mani mercenarie procacciasi comoda e senza pericolo la vendetta, la quale infame costumanza si mantenne in vigore fin oltre la metà del secolo scorso1081. Per siffatte prepotenze la città di Milano era in tanto disordine, che i privati cautamente si facevano scortare per le strade da uomini armati.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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