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      E le piazze forti che in essa erano tuttavia custodite dai loro presidii, cioè il castello di Milano, Mantova, Cremona, Sabbionetta, Mirandola e il Finale di Genova, dovettero essere sgombrate e rimesse agl'Imperiali per la convenzione conchiusa in Milano il 13 marzo del 1707 tra il principe Eugenio e i plenipotenziari gallispani, ratificata il dì seguente in Mantova dal principe di Vaudemont, e il 16 in Torino dal duca di Savoia. Questo fine ebbe la prima guerra d'Italia del corrente secolo, dove l'imperizia e l'avversa fortuna concorsero a fare che l'ambiziosissimo Luigi XIV e il di lui nipote Filippo V tutto vi perdessero, costretti a lasciarlo a chi poco prima non vi possedeva un palmo di terreno. Secondola varia sorte dell'armi diversa fu pur quella de' minori principi italiani, che s'erano fatti ausiliari delle potenze belligeranti; e mentre la famiglia Gonzaga, dopo quattro secoli di sovranità, posta al bando dell'Impero, fu per sempre spogliata di tutti i suoi Stati, il duca di Modena non solo ricuperò per intiero i suoi dominii, ma acquistò in seguito la Mirandola; e gli Stati del duca di Savoia vennero ampliati coll'aggregazione di Valenza e di Alessandria e loro territorii, della Lomellina e della Valsesia, staccate secondo i patti dal ducato di Milano; contro il quale smembramento varie rimostranze furono fatte dal magistrato de' decurioni milanesi all'imperial corte, e inutilmente, come era da attendersi, mentre alle supreme ragioni di Stato e all'interesse generale della monarchia non potevano opporre che titoli di convenienza municipale.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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