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      I frequenti passaggi delle truppe, le requisizioni de' generi e in ispecie dell'avena accrebbero i dispendii e le vessazioni. Tutte le casse pubbliche erano esauste, e la regia camera sospese i pagamenti ai creditori che per l'indisputata liquidità de' loro titoli erano detti di giustizia. A questi mali s'aggiunse che fino dal 1726 i creditori, o come chiamavansi i Reddituari de' monti di San Carlo, per conseguire almeno una parte de' loro redditi, aveano dovuto accondiscendere alla riduzione de' capitali al sessanta per cento, e degl'interessi dal cinque al tre, e che da più anni l'intiera provincia soggiaceva al sopracarico delle spese per il nuovo censimento, le quali dal 1718 al 1733 salirono alla somma di sei milioni. Altri minori aggravii s'introdussero in allora; essendo stata privata la camera de' mercanti di Milano dell'antichissimo possesso di avere un proprio corriere per la corrispondenza nella Germania, e stabilita la nuova gabella di francare le lettere, laddove prima si pagava soltanto al riceverle, non a spedirle.
      (1733) In questo stato di guerra senza guerra aperta si durò per tre anni, fino al 1733, quando l'influenza esercitata dalla corte imperiale per l'elezione del re di Polonia Federico Augusto III, in onta de' maneggi del gabinetto di Francia, fu il grano di polvere che mancava a far accendere la mina, da tanto tempo accumulata, e mentre altresì l'esercito austriaco in Italia, pocanzi sì formidabile, erasi, per varie cause, di molto diminuito. Questa volta la politica della corte austriaca fu vinta dall'astuzia e dalla simulazione degli avversari.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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